lunedì 7 gennaio 2013

L'ovvio genio di chi è se stesso.

In questo fine settimana abbiamo visitato il world press photo in un'edizione alquanto deludente.
Non per le foto, sempre bellissime, ma per la location poco adatta e per la scarsità degli scatti in mostra.
Ma non è di questo che vi parlerò oggi, ma del " Teatro di Kostjia Treplev".
Abbiamo incontrato per caso questo manipolo di Don Chisciotte, che inscena in una grotta del centro storico di Napoli un menù (così loro stessi lo definiscono) di opere teatrali.
Un po' favole, un po' avanguardia, un po' poesia, un po' musica, un po' teatro interattivo.
Abbiamo assistito alla rappresentazione de "La fine del mondo ed il tempo".
Ci è piaciuto? Moltissimo!
Cosa ci ha colpiti di più? L'ovvio!
Non abbiamo scoperto nulla di nuovo, nulla di illuminante, a parte il fatto di sentire, detto attraverso altre voci ed un altro stile,ciò che in realtà desideriamo, ciò che realmente sappiamo rende felice tutti noi:
essere ciò che siamo e fare ciò che la nostra stessa essenza detta. 
Ringraziamo questi giovani e geniali pazzi, che ci hanno ricordato che i capricci a volte sono dettati dall'anima.
Di averci regalato un pizzico di poesia.
Di averci fatto partecipi del loro genio.
Di averci ricordato che essere liberi è essere e basta.
Vi lascio come ci hanno lasciati loro, con la poesia del Leopardi , "L'infinito"...
"Così tra questa immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare"

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